
E' solo uno di tanti altri casi raccontati dal quotidiano brindisino Senzacolonne. Gli altri sono meno incredibili ma ugualmente sconvolgenti, come quelli di anziani quasi intatti dieci o vent’anni dopo la tumulazione. Qualcuno con i capelli e le unghie allungate. Nel cimitero di San Donaci, provincia di Brindisi, i morti non ritornano cenere, ma neanche ossa: un mistero che naturalmente non ha a che fare con il paranormale ma che comprensibilmente risulta inquietante e comporta persino problemi logistici.
Non potendo trasferire le salme dopo il tempo previsto negli ossari, i loculi non si liberano e l’Amministrazione comunale è costretta ad ampliare il camposanto per realizzare nuovi loculi. Sì perché a San Donaci non c’è l’usanza di seppellire sotto terra: solo cappelle familiari o tombe a muro. In un anno, su sessanta estumulazioni, quaranta salme vengono trovate mummificate o saponificate. Un caso forse unico in Italia, che sembra non avere una semplice spiegazione scientifica.
Le stesse procedure di sepoltura vengono seguite nei comuni vicini e quindi non si capisce come mai proprio nelle cappelle del cimitero di San Donaci accada questo fenomeno che altrove invece non si verifica. Ancora nelle ultime ore un'altra scoperta dei i necrofori, che si sono trovati davanti alla salma di una donna saponificata. Il responsabile cimiteriale non ha potuto far altro che richiudere la bara.
I parenti dei defunti sono choccati, anche perché hanno facoltà di assistere alle operazioni di apertura delle bare. Spesso si ritrovano a vivere un dolore imprevisto. Nella mummificazione, avvenuta spesso in tale comune e testimoniata da foto in possesso di Senzacolonne, vi è un disidratazione veloce dei tessuti corporei e una successiva evaporazione dei liquidi. Nella saponificazione, invece, la pelle si attacca alle ossa formando una sostanza chiamata adipocera che è simile alla cera e ha un aspetto viscido che favorisce la conservazione del corpo.
Le soluzioni possibili? Difficile da dire. Nel cimitero di San Donaci i morti vengono disposti nei loculi a muro, proprio perché non vi è la cultura della sepoltura sotterranea. E dunque è certo che in pochi accetterebbero di mutare questa tradizione. Qualcuno azzarda che si potrebbero utilizzare delle speciali pasticche da inserire nella cassa e che favoriscono il procedimento di decomposizione. Ma ci deve essere l’autorizzazione sanitaria che dipende dalle Asl di appartenenza. Quello che è sicuro è che il mistero si infittisce sempre di più.