giovedì 24 marzo 2011

Allarme Beni culturali:l’archeologo Andrea Carandini si è dimesso

Ennesima sconfitta per il Ministero dei Beni Culturali.
L'archeologo Andrea Carandini, tra i più autorevoli archeologi a livello internazionale e professore alla Sapienza di Roma si è dimesso da presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali. Una decisione, spiega Carandini nominato dal ministro Bondi il 25 febbraio 2009, dovuta alla constatazione dell'impossibilità dell'opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale per la progressiva e massiccia diminuzione degli stanziamenti.
«Dimissioni pesanti», sottolinea La Stampa, che giungono proprio nel giorno in cui il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, in visita a Roma, definisce «non intelligente tagliare la scienza, l’istruzione e la cultura». Senza troppi giri di parole l’archeologo ha sottolineato nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera che «ci stiamo allontanando dalla Patria, anche quella visibile fatta di paesaggio, storia e arte. Rischiamo di perderla e non sono passate neppure cinque generazioni dalla fondazione dello Stato italiano». 


«Nel marzo del 2009 – continua Carandini – il Ministero poteva contare su 155 milioni di euro per la tutela, cifra già allarmante, che per essere giudicata va comparata con la somma che l'istituzione era ed è in grado di spendere: circa 450 milioni l'anno in media per il 2005-2010». 

La speranza era dunque riposta nell’assenza di tagli, che invece sono stati sempre più duri. 

La conclusione di Carandini, pubblicata su Rai News 24 è stata che «nella politica italiana hanno vinto, da ultimo e finora, gli avversari della cultura e dei beni culturali che, non potendo abolire il Ministero, sono riusciti a deprivarlo di uomini e mezzi per neutralizzarlo». Del resto fu lo stesso ministro Tremonti a dichiarare apertamente che «la cultura non da dà mangiare…».

Massimo Bonasorte
Direttore Il Portale del Mistero

lunedì 21 marzo 2011

Cinque teorie sulla fine del mondo: come sarà l'apocalisse?

Tempeste solari, asteroidi o supervulcano: quale tipo di cataclisma è più probabile che spinga gli esseri umani sull'orlo dell'estinzione? Ecco un excursus con alcune delle più diffuse teorie sulla fine del mondo.

METEORITI E ASTEROIDI - L'ultima volta che un meteorite ha colpito la Terra causando danni significativi è stato nel 1908, quando una formazione rocciosa delle dimensioni di un palazzo di dieci piani è esploso sopra la Siberia, abbattendo 80 milioni di alberi. Secondo gli scienziati russi inoltre un asteroide chiamato "Apophis", le cui dimensioni sono pari a due campi da calcio, potrebbe entrare in collisione con la Terra il prossimo 16 aprile 2036. Di fatto però le possibilità sono piuttosto remote, circa una su 233mila.

TEMPESTE SOLARI - Le macchie e le tempeste solari dovrebbero raggiungere il loro massimo nel 2013. La National Academy of Sciences afferma che nell'epoca moderna le fiammate solari potrebbero creare un black out in grado di coinvolgere 130 milioni di persone. Gli scienziati hanno inoltre stimato che durante il primo anno dopo una tempesta solare, i danni potrebbero raggiungere 1,2 trilioni di sterline, e per porvi rimedio potrebbero essere necessari da quattro a dieci anni.

SPOSTAMENTO DEL POLO - Secondo una teoria smentita dagli esperti, una profezia Maya prevedrebbe che nel 2012 lo spostamento dei poli magnetici della Terra creerà devastazioni a non finire. Pur non riferendosi al 2012, sono diversi però gli scienziati che hanno ipotizzato un cambiamento della posizione di Polo Nord e Polo Sud, e quello più famoso è stato senza dubbio Albert Einstein. Uno studio della Princeton University in particolare ha scoperto che il Polo Nord 800 milioni di anni fa potrebbe essersi trovato nel mezzo dell'Oceano Pacifico.

ERUZIONI DEL SUPERVULCANO - Gli scienziati internazionali parlano della possibilità di una futura eruzione del supervulcano dello Yellowstone nello Wyoming. Ma un altro supervulcano si troverebbe in Italia, nei Campi flegrei. E' stato il responsabile dell'Osservatorio nazionale di geofisica e vulcanologia , il professor Giuseppe Di Natale, a individuare il "supervulcano" italiano. Il complesso sarebbe in grado di una distruzione centinaia di volte più devastante di quella che causò il Vesuvio durante l'eruzione che seppellì Pompei.

RISCALDAMENTO GLOBALE - Entro il 2100, se la temperatura si alzasse di 6 gradi, le foreste sarebbero spazzate via, molti terreni fertili sarebbero distrutti e il Mar Glaciale Artico rimarrebbe privo di ghiaccio anche nel pieno dell'inverno. A Londra farebbe caldo come al Cairo, con una qualità dell'aria così scadente che danneggerebbe il sistema respiratorio degli esseri umani.
Fonte: IlSussidiario.net

Archeologia: Atlantide fu sepolta da uno tsunami

ROMA, 14 MAR - Atlantide potrebbe essere a nord di Cadice, sepolta sotto una palude. Secondo un gruppo di scienziati americani uno tsunami avrebbe spazzato via la citta'. I ricercatori sono partiti da alcune foto aeree scattate alle paludi all'interno del parco nazionale Dona Ana, a circa 100 chilometri dal mare, da cui si poteva ipotizzare che sotto il fango ci fosse la struttura di una citta' circolare, come quella descritta da Platone
Fonte: ANSA