lunedì 19 aprile 2010

Georgia: la necropoli dimenticata

Dalla Georgia, nella provincia di Samtskhe, arriva una importante scoperta archeologica: una grandissima necropoli completamente intatta, che ha già rivelato un tesoro dal valore storico inestimabile. Nella zona è stato infatti recuperato un esemplare unico e integro di armatura romana, probabilmente donata da un generale dell'impero a un signore locale.
Quest'area - scoperta dal professor Livio Zerbini dell'università di Ferrara in collaborazione con il professor Vakhtang Licheli dell'ateneo di Tbilisi - è ancora completamente da scavare, ma sono già state ritrovate oltre 300 tombe, profonde ognuna 4-5 metri. Secondo le prime analisi, la necropoli copre un arco temporale che va dal quarto millennio avanti Cristo al quarto secolo dopo Cristo.
Fonte: la Repubblica.it

Su Titano può esserci la vita?

UN INCONTRO ravvicinato con gli alieni potrebbe essere tutt'altro che piacevole: è la novità contenuta in una ricerca finanziata dal Massachusetts Institute of Technology. Secondo gli studiosi, la chimica alla base della vita di eventuali organismi extraterrestri conferirebbe loro un odore orribile e renderebbe la loro stessa presenza in un ambiente comune potenzialmente letale per gli esseri umani.L'ipotesi, sviluppata studiando la più grande luna di Saturno, Titano, sarà presentata dall'astrobiologo William Bains martedì 13 aprile in Scozia, a Glasgow, nel convegno britannico di Astronomia. "La vita ha bisogno di liquidi", spiega Bains. "Perciò se su Titano ci sono forme di vita, queste devono basarsi sul metano liquido e non sull'acqua. Ciò significa che l'intera chimica è radicalmente diversa".L'ipotesi di Bains aggiunge nuovo fascino a Titano, che nelle immagini inviate dalla sonda europea Huygens nel gennaio 2005 aveva stupito con il suo paesaggio di monti, fiumi e laghi di metano. Due volte più grande della nostra Luna e con una atmosfera opaca, arancione e ghiacciata, è lontanissimo dal Sole (10 volte in più rispetto alla Terra). E' freddissimo, con una temperatura di superficie di -180 gradi. Le uniche sostanze presenti allo stato liquido sul suo suolo sono metano ed etano.Esperto di biochimica in ambienti estremi, Bains è arrivato a descrivere i microrganismi che potrebbero vivere su Titano partendo dalle molecole compatibili con un metabolismo dipendente dal metano. Molecole del genere, spiega, "devono basarsi su una varietà di elementi più vasta rispetto a quella delle molecole terrestri. Dovrebbero anche essere molecole più piccole e più reattive chimicamente". Per essere solubili nel metano liquido non devono avere più di 6 atomi (contro i 10 delle molecole terrestri). La rosa delle possibilità si è così ristretta a circa 3.400 molecole, fra cui carbonio, azoto, ossigeno, zolfo e fosforo. E' stata una selezione non banale: "è stato come cercare poche assi per costruire un tavolo in un gigantesco deposito di legname". Inoltre, aggiunge Bains, "bisogna considerare diversi tipi di legami e che gli elementi possono assumere forme instabili e insolite sulla Terra".

L'energia, secondo Bains, è un altro fattore che potrebbe influenzare la vita su Titano. Con una luce solare pari al 1% di quella che arriva sulla Terra, l'energia su Titano è una risorsa preziosa. "Possiamo immaginare organismi che crescono molto lentamente, come i licheni.L'astrobiologo conclude osservando che "alieni come questi potrebbero dare filo da torcere a Hollywood". Uno solo di questi organismi, trasportato in un ambiente adatto alla vita umana, potrebbe esplodere e incendiarsi, sprigionando fumi capaci di uccidere tutti i presenti. "Avrebbero anche un odore orribile", avverte Bains. Insomma, niente di molto poetico. Ma il ricercatore crede che le sue ipotesi conferiscano maggiore fascino alla ricerca di forme di vita extraterrestri: "Non sarebbe triste se gli organismi alieni presenti nella galassia fossero esattamente come noi?".
Fonte: Repubblica.it

"Trovato l'anello mancante"

LONDRA - L'anello mancante tra la scimmia e l'uomo sarebbe stato finalmente trovato. Si tratta di una nuova specie di ominide, un bambino, i cui resti saranno mostrati per la prima volta giovedì. La nuova specie si colloca evolutivamente e temporalmente tra l'australopiteco presente in Africa 3,9 milioni di anni fa, e l'Homo habilis, nostro progenitore di 2,5 milioni di anni fa.La nuova specie non ha ancora un nome. Autore del ritrovamento è stato il sudafricano Lee Berger dell'università di Witwatersrand di Johannesburg nella caverna di Malacapa, nell'area sudafricana di Sterkfontein. La zona è soprannominata "culla dell'umanità". Si ritiene che la grotta abbia riparato i resti dagli elementi naturali e li abbia preservati intatti. Il professor Berger e i suoi collaboratori non hanno ancora fatto dichiarazioni sull'entità della loro scoperta ma nella comunità internazionale, scrive la stampa britannica, l'aspettativa è molto elevata. Si ritiene che, se la scoperta colmasse davvero alcune lacune nella catena evolutiva, l'intera storia dell'evoluzione potrebbe essere integrata in modo significativo. Resti di specie analoghe erano stati già trovati in passato, ma si è sempre trattato di ritrovamenti di frammenti di ossa. Esperti che hanno visto lo scheletro del bambino, riporta oggi il Daily Mail di Londra, dicono che presenta caratteristiche dell'Homo habilis, e dicono che potrebbe gettare luce sul periodo in cui i nostri antenati cominciarono a camminare in posizione eretta. Il professor Phillip Tobias, un antropologo che è stato fra i primi a identificare l'Homo habilis come una specie umana nel 1964, ha celebrato la scoperta come "meravigliosa" ed "entusiasmante". "Scoprire un intero scheletro, invece di un paio di denti o un osso di un braccio, è una rarità", ha detto il professor Tobias al Daily Telegraph. "Un conto è trovare una mascella con un paio di denti, un altro trovare una mascella attaccata a un teschio, e tutti e due attaccati a una colonna vertebrale, un bacino e delle ossa pelviche".
Fonte: Repubblica.it