giovedì 27 settembre 2007

FU DAVVERO GAGARIN IL PRIMO UOMO NELLO SPAZIO?



Due radioamatori: "L'Urss nascose due missioni finite in tragedia"
Giovedí 27.09.2007 08:57

Jurij Gagarin Fu davvero l'astronauta Jurij Gagarin il primo uomo a compiere un volo nello spazio, o si tratta piuttosto di una versione ufficiale "di comodo" che nasconde una verità molto diversa?Proprio mentre si celebrano i cinquant'anni dal lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, il bimestrale Focus Storia getta nuova luce su una delle vicende più affascinanti ed evocative dell'epoca moderna.
Ad avanzare il sospetto che l'ex-Urss abbia tenuto nascoste alcune tragiche missioni spaziali ben prima dell'impresa di Gagarin dell'aprile 1961, i fratelli Achille e Giambattista Judica Cordiglia, che in quegli anni misero in piedi a Torino una stazione di radio-ascolto spaziale e captarono tutte le trasmissioni radio provenienti dallo spazio, comprese quelle legate alle missioni "non ufficiali", divenendo di fatto, in quegli anni, unica fonte di informazione per i media italiani."La prima missione è del 28 novembre 1960", ricorda Giambattista. Il messaggio captato in codice Morse era un appello agghiacciante: "Sos a tutto il mondo" ripetuto in modo ossessivo. "Il segnale proveniva da un punto fisso del cielo e diventava sempre più debole. Alla fine ci convincemmo che una navicella spaziale si stava perdendo nello spazio con il suo occupante".
Ma non è tutto: "Un secondo volo - prosegue Judica Cordiglia a Focus Storia - lo rilevammo il 2 febbraio del 1961: nella registrazione si coglie distintamente il rantolo di un cosmonauta morente e il suo battito cardiaco. Due giorni dopo dall'Urss giunse l'annuncio del lancio dello Sputnik 7, un veicolo da 6,5 tonnellate: praticamente le stesse caratteristiche di una navicella Vostok, come quella che userà Gagarin. Insieme al lancio, Mosca ne comunicò anche la disintegrazione al rientro sulla terra. Nessun cenno al destino del cosmonauta che avevamo captato, ma Achille Mario Dogliotti, uno dei maggiori cardiochirurghi italiani, studiò le nostre registrazioni e confermò che si trattava di un battito cardiaco umano".
In quegli anni il regime sovietico manteneva uno stretto riserbo sulle proprie missioni spaziali, ma neppure successivamente, in tempi di "glasnost", è emerso un solo documento a conferma delle ipotesi dei fratelli Judica Cordiglia, le cui teorie all'epoca ottennero un certo credito anche da parte della Bbc, anche se negli anni successivi sono state messe in discussione dagli storici dell'astronautica.Ora, ad avvalorare le tesi dei due appassionati, su Focus Storia interviene Mario Del Rosario, uno dei primi radioamatori italiani, che nel proprio archivio conserva un'intercettazione che coincide con quella degli Judica del febbraio 1961. "Anch'io ho registrato in modo chiaro quel lamento angoscioso, e come loro mi sono rivolto a un medico perché lo ascoltasse: mi confermò che si trattava di un uomo in agonia".
Rivelazioni affascinanti, ma non sufficienti a spazzare via ogni scetticismo: "In alcuni casi potrebbe trattarsi di trasmissioni terra-terra", ipotizza l'esperto di intercettazioni radio Sven Grahn. "Non bisogna dimenticare che le postazioni antimissile che proteggevano la stazione spaziale di Bajkonur utilizzavano le stesse frequenze dei cosmonauti. Oppure potrebbe trattarsi di trasmissioni da aerei in volo".Storia/ Fu davvero Gagarin il primo uomo nello spazio? Due radioamatori: "L'Urss nascose due missioni finite in tragedia"
Giovedí 27.09.2007 08:57
-->

Jurij Gagarin Fu davvero l'astronauta Jurij Gagarin il primo uomo a compiere un volo nello spazio, o si tratta piuttosto di una versione ufficiale "di comodo" che nasconde una verità molto diversa?Proprio mentre si celebrano i cinquant'anni dal lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, il bimestrale Focus Storia getta nuova luce su una delle vicende più affascinanti ed evocative dell'epoca moderna.
Ad avanzare il sospetto che l'ex-Urss abbia tenuto nascoste alcune tragiche missioni spaziali ben prima dell'impresa di Gagarin dell'aprile 1961, i fratelli Achille e Giambattista Judica Cordiglia, che in quegli anni misero in piedi a Torino una stazione di radio-ascolto spaziale e captarono tutte le trasmissioni radio provenienti dallo spazio, comprese quelle legate alle missioni "non ufficiali", divenendo di fatto, in quegli anni, unica fonte di informazione per i media italiani."La prima missione è del 28 novembre 1960", ricorda Giambattista. Il messaggio captato in codice Morse era un appello agghiacciante: "Sos a tutto il mondo" ripetuto in modo ossessivo. "Il segnale proveniva da un punto fisso del cielo e diventava sempre più debole. Alla fine ci convincemmo che una navicella spaziale si stava perdendo nello spazio con il suo occupante".
Ma non è tutto: "Un secondo volo - prosegue Judica Cordiglia a Focus Storia - lo rilevammo il 2 febbraio del 1961: nella registrazione si coglie distintamente il rantolo di un cosmonauta morente e il suo battito cardiaco. Due giorni dopo dall'Urss giunse l'annuncio del lancio dello Sputnik 7, un veicolo da 6,5 tonnellate: praticamente le stesse caratteristiche di una navicella Vostok, come quella che userà Gagarin. Insieme al lancio, Mosca ne comunicò anche la disintegrazione al rientro sulla terra. Nessun cenno al destino del cosmonauta che avevamo captato, ma Achille Mario Dogliotti, uno dei maggiori cardiochirurghi italiani, studiò le nostre registrazioni e confermò che si trattava di un battito cardiaco umano".
In quegli anni il regime sovietico manteneva uno stretto riserbo sulle proprie missioni spaziali, ma neppure successivamente, in tempi di "glasnost", è emerso un solo documento a conferma delle ipotesi dei fratelli Judica Cordiglia, le cui teorie all'epoca ottennero un certo credito anche da parte della Bbc, anche se negli anni successivi sono state messe in discussione dagli storici dell'astronautica.Ora, ad avvalorare le tesi dei due appassionati, su Focus Storia interviene Mario Del Rosario, uno dei primi radioamatori italiani, che nel proprio archivio conserva un'intercettazione che coincide con quella degli Judica del febbraio 1961. "Anch'io ho registrato in modo chiaro quel lamento angoscioso, e come loro mi sono rivolto a un medico perché lo ascoltasse: mi confermò che si trattava di un uomo in agonia".
Rivelazioni affascinanti, ma non sufficienti a spazzare via ogni scetticismo: "In alcuni casi potrebbe trattarsi di trasmissioni terra-terra", ipotizza l'esperto di intercettazioni radio Sven Grahn. "Non bisogna dimenticare che le postazioni antimissile che proteggevano la stazione spaziale di Bajkonur utilizzavano le stesse frequenze dei cosmonauti. Oppure potrebbe trattarsi di trasmissioni da aerei in volo".

MODA: A PADOVA IL PRIMO ABITO DA SPOSA IN MAIS


PADOVA, 26 SET - Il primo abito da sposa realizzato in granturco sfilera' domani ad Abano Terme nel 26/o congresso internazionale dell'Ordine dei biologi. Per realizzare il vestito, che pesa 8 chili ed e' stato tessuto con una fibra derivata al cento per cento da risorse rinnovabili, sono stati impiegati venticinque chili di granturco. Da ciascun chicco di mais e' stato separato l'amido, che una volta trasformato in zucchero e fermentato ha prodotto l'acido lattico da cui e' derivato il polimero della fibra.

mercoledì 19 settembre 2007

GERMANIA: A BERLINO APERTO IL PRIMO "BAR DEL CIMITERO"


(ANSA) - BERLINO, 18 SET - E' stato aperto a Berlino il primo 'Bar del cimitero' per dare ai visitatori la possibilita' di bere un caffe' in santa pace.Il 'Cafe' Finovo', questo il nome scelto dal suo titolare, sorge accanto al camposanto di San Matteo. In realta' l'apertura del locale e' avvenuta alla fine del 2006, ma questo sara' il primo anno in cui dovra' fare fronte ai numerosi visitatori che tra la fine di ottobre ed i primi di novembre vanno a rendere omaggio alle tombe dei familiari.

ARRIVANO RAGGI PER I TESTI ANTICHI



E' una tecnica tomografica che decifrera' pergamene fragili
(ANSA) - LONDRA, - Si potra' finalmente leggere manoscritti antichi troppo fragili grazie ad una tecnica basata su raggi al sincrotrone.Un'equipe di scienziati dell'universita' di Cardiff, infatti, ha gia' utilizzato la Diamond Light Source, una struttura da 540 milioni di euro nell'Oxfordshire, per decifrare diverse pergamene senza aprirle. Ora il team si sta preparando ad utilizzare questa tecnica tomografica per leggere testi talmente antichi e delicati che nessuno ha mai osato aprire.

S.GENNARO: SANGUE SI E' LIQUEFATTO



Migliaia di fedeli in preghiera nel Duomo di Napoli
(ANSA) - NAPOLI, 19 SET - Annunciato ai fedeli l'avvenuto miracolo della liquefazione del sangue del santo patrono di Napoli. Alle 9.30, il duca Riccardo Carafa della deputazione di San Gennaro, ha come da tradizione sventolato il fazzoletto bianco. Nel Duomo partenopeo, dove si svolge la cerimonia, sono migliaia i credenti riuniti in preghiera. Visibilmente emozionato per l'evento l'arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, il quale si e' rivolto ai fedeli annunciando il miracolo.

mercoledì 5 settembre 2007

LA FISICA SMASCHERA UNA FALSA RELIQUIA DI SAN FRANCESCO



ROMA - Un acceleratore di particelle del Labec (Laboratorio di tecniche nucleari per i beni culturali) dell'Infn di Firenze, lo stesso che aveva permesso di scoprire i segreti dei dipinti di Antonello da Messina, stavolta ha 'smascherato' un falso storico: una tunica che si credeva appartenente a San Francesco in realtà è stata fatta decine di anni dopo la sua morte. I fisici fiorentini hanno analizzato, su richiesta dei Frati Francescani Minori Conventuali, tre reliquie che si riteneva appartenenti al Santo: una tunica e un cuscino conservati nella chiesa di San Francesco a Cortona e un'altra tunica custodita nella chiesa di Santa Croce a Firenze. "La tonaca e il cuscino di Cortona sono risultati compatibili con il periodo in cui è vissuto San Francesco - spiega Pier Andrea Mandò, direttore del Labec - mentre quella di Firenze no, la pecora con cui è stata fatta la lana è vissuta circa 80 anni dopo il Santo. Curiosamente, però, il cordone allegato alla tunica è invece compatibile". La ricerca è stata effettuata con il 'famoso' metodo del carbonio 14. Questo isotopo naturale del carbonio dimezza la sua presenza nei tessuti organici (di animali, come in questo caso, ma anche piante) dopo la loro morte. Misurandone la percentuale in rapporto agli isotopi più comuni, il 12 e il 13, è possibile risalire all'età del reperto. "L'uso dell'acceleratore di particelle per questo tipo di datazione ha molti vantaggi - continua Mandò - intanto bastano piccolissime quantità di tessuto, inoltre la misura della quantità di C14 è estremamente precisa". Durante studio, che è stato presentato oggi a Firenze nel corso della Conferenza internazionale sulle applicazioni degli acceleratori di particelle (Ecaart), i ricercatori hanno prelevato tra i 5 e i 7 campioni di stoffa da ognuna delle due tonache, di dimensione inferiore ad un centimetro quadrato e con un peso di circa 10 milligrammi ciascuno. La scelta di prelevare più campioni dello stesso saio consente di evitare possibili dubbi o ambiguità, dovuti ad esempio alla presenza di rattoppi successivi. Ogni campione di lana è stato poi trattato al fine di estrarne il solo carbonio, ottenendo una piccola pastiglia di grafite del peso di 0.8 milligrammi circa. Questa è stata poi inserita nella sorgente dell'acceleratore. Nel caso della tonaca fiorentina, le analisi hanno individuato come intervallo a cui é possibile far risalire il tessuto, un periodo compreso tra gli ultimi anni del 1200 e la fine del 1300. Al contrario, la datazione di tutti i frammenti prelevati dal saio della chiesa di Cortona è compatibile con un periodo sovrapponibile con la vita di San Francesco (il risultato medio fornisce un intervallo fra il 1155 e il 1225). La tonaca di Cortona fa parte di un insieme di tre reliquie francescane comprendente anche un cuscino finemente ricamato e un libro contenente i Vangeli si considerano portate nella cittadina toscana da Frate Elia, primo successore di Francesco alla guida dell'ordine. I ricercatori del Labec hanno analizzato anche il cuscino che si ritiene posto sotto il capo del santo alla sua morte, trovando anche in questo caso che potrebbe risalire all'epoca 'giusta'. "Questo è stato un lavoro interdisciplinare - conclude il ricercatore - umanistico e scientifico. Il nostro laboratorio collabora spesso con gli storici dell'arte sia per la caratterizzazione, come nel caso dei quadri di Leonardo o Antonello da Messina, sia per la datazione".