Quando dobbiamo aspettarci la fine del mondo?E come sarà? Secondo gli scienziati è prevista tra cinque milioni di anni circa e sarà peggiore del più catastrofico film di fantascienza che si possa immaginare: la Terra verrà infatti vaporizzata dal calore del Sole che, alla fine della sua vita, evolverà in una Gigante Rossa.L'inquietante teoria è stata confermata da un team di astronomi di Tolosa e Montreal che hanno scoperto due pianeti giganti grandi come Giove, sopravvissuti all'espolosione di calore della loro stella morente solo grazie alle loro dimensioni.
I due pianeti, KOI 55.01 e KOI 55.02, attualmente orbitano attorno a una nana rossa distante circa 4.000 anni luce da noi e sono stati scoperti quasi per caso grazie al telescopio spaziale Kepler.«Quando il Sole si espanderà fino a diventare una gigante rossa ingloberà la Terra, che in un miliardo di anni circa.... evaporerà» spiega in un'intervista a Nature Elizabeth Green, scienziata dell'Arizona University.
«Solo pianeti molto grandi come Giove o Saturno riescono a sopravvivere». Questi pianeti, a causa delle forze gravitazionali, mostrano alla loro stella sempre la stessa faccia così come fa la Luna con la Terra.La parte esposta al Sole di Saturno è abbastanza calda da far sciogliere il piombo: le condizioni di un pianeta vicino a una stella cinque volte più calda sono facili da immaginare.
«Quando la stella morente si espande e ingloba il pianeta, ne strappa letteralmente via l'atmosfera e parte della componente liquida a causa dei grandi attriti che si creano. Ciò che resta è solo la parte solida» prosegue la scienziata.Pochi giorni fa gli scienziati del team Kepler hanno scoperto il primo pianeta extrasolare veramente simile alla Terra anche se è troppo caldo per ospitare acqua allo stato liquido e quindi la vita.
Foto: NASA/Ames/JPL-Caltech
Fonte: Focus.it
I FATTI, GLI AVVENIMENTI E LE SCOPERTE DAL MONDO DEL MISTERO
mercoledì 28 dicembre 2011
martedì 13 dicembre 2011
Fisica, due italiani trovano la "particella di Dio"
Cern, grazie ad essa esiste la massa. Esulta il mondo della scienza
- Per la prima volta è stata "avvistata" la particella di Dio, ossia il bosone di Higgs, grazie al quale esiste la massa. I primi dati sono stati presentati a Ginevra, durante un affollatissimo seminario organizzato al Cern dai coordinatori degli esperimenti Atlas e Cms, gli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli.
Tonelli e Gianotti hanno presentato i dati che individuano la massa della cosiddetta particella di Dio nell'intervallo di energia compreso fra 124 e 126 miliardi di elettronvolt (GeV), ciascuno con uno scarto compreso fra 2,5 e 3 deviazioni standard. Vale a dire che c'è ancora un margine di errore, anche se molto ridotto.
- Per la prima volta è stata "avvistata" la particella di Dio, ossia il bosone di Higgs, grazie al quale esiste la massa. I primi dati sono stati presentati a Ginevra, durante un affollatissimo seminario organizzato al Cern dai coordinatori degli esperimenti Atlas e Cms, gli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli.
Tonelli e Gianotti hanno presentato i dati che individuano la massa della cosiddetta particella di Dio nell'intervallo di energia compreso fra 124 e 126 miliardi di elettronvolt (GeV), ciascuno con uno scarto compreso fra 2,5 e 3 deviazioni standard. Vale a dire che c'è ancora un margine di errore, anche se molto ridotto.
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