giovedì 13 maggio 2010

’SCOPERTI REPERTI ARCHEOLOGICI SULLE PENDICI DI MONTE MARIO’

"Scoperti reperti archeologici risalenti all’Antica Roma sulle pendici di Monte Mario. La scoperta è avvenuta durante i lavori di realizzazione di un parcheggio interrato in Via Faravelli, all’interno del Parco di Monte Mario, a due passi dal Tribunale di Piazzale Clodio. Il Municipio ne è venuto a conoscenza solo casualmente, a seguito di un sopralluogo nel suddetto cantiere effettuato dalla Commissione consiliare che si occupa di mobilità. Secondo quanto riferito dalla direzione lavori del cantiere, gli scavi sarebbero stati temporaneamente interrotti al fine di rendere possibile l’intervento degli archeologi per le verifiche previste in questi casi. Già in passato, nella zona circostante erano stati individuati altri reperti attribuiti alla medesima epoca storica. D’altronde, ricordiamo che anticamente la zona era attraversata dalla Via Triumphalis, via romana lunga circa 10 km che partiva nei pressi della Città del Vaticano, per inerpicarsi lungo la collina di Monte Mario, passare lungo il quadrante nord-ovest della Capitale, dove oggi sorgono i quartieri di Trionfale, Primavalle e Ottavia e ricongiungersi alla via Cassia, all’altezza de La Giustiniana".
E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, rappresentante romano del Prc-Federazione della Sinistra e presidente del Consiglio del XVII Municipio.
Fonte: Roma Notizia

giovedì 6 maggio 2010

ARCHEOLOGIA/ Quando gli esperti fanno flop: falsi storici e bufale, ecco le dieci più eclatanti

Lo Staff de Il Portale del Mistero Vi propone questo articolo tratto da Il Sussidiario.net:


Dieci casi clamorosi di falso archeologico. E se talora a farsene promotori sono stati truffatori e finti esperti d’arte, spesso a incappare nelle bufale sono state delle vere autorità in materia, costrette poi a clamorose marce indietro e a pubbliche ritrattazioni. Incidenti del mestiere? In un certo senso sì, se si pensa che uno dei dieci falsi più famosi al mondo, il busto di Nefertiti, sarebbe responsabilità dello stesso Ludwig Borchardt, uno dei più grandi egittologi mai esistiti e fondatore dell’Istituto tedesco di archeologia al Cairo.


LE PIETRE DI ICA - Si tratta di uno dei reperti archeologici più sconvolgenti mai rinvenuti: se l’autenticità delle Pietre di Ica fosse stata confermata, sarebbe stata rivoluzionata completamente la storia dell’umanità come la conosciamo oggi. Questi ritrovamenti sono andesiti carbonizzate risalenti al Mesozoico, rinvenute nel deserto di Ocucaje, vicino a Ica (Perù) nel 1960. Presentano enigmatiche incisioni, che forniscono elementi assolutamente anomali rispetto alla loro datazione: configurazioni stellari, strumenti ottici quali telescopi e lenti, animali preistorici estinti, velivoli meccanici e avanzate operazioni chirurgiche. Il ricercatore spagnolo Vicente Parìs ha ottenuto una pietra da Javier Cabrera, uno dei primi scienziati a interessarsi dei reperti, facendola analizzare a Barcellona. Le analisi hanno dato esito negativo, rilevando segni di carta abrasiva e lavorazione recente. Cabrera stesso da anni ha ammesso che parte della sua collezione viene da Basilio Uchuya, uno dei principali falsificatori di pietre.

IL DIVINO SCAVATORE - Il soprannome indica l’archeologo giapponese Shinichi Fujimura ed è legato alla sua leggendaria abilità nello scovare reperti antichi anche decine di migliaia di anni. Una fama durata fino al 5 novembre 2001, quando alcuni giornalisti del quotidiano “Manichi Shinbun”, muniti di macchine fotografiche e telecamere digitali, hanno smascherato Fujimura, costringendolo a scusarsi pubblicamente davanti a milioni di telespettatori giapponesi.

LE TESTE DI MODIGLIANI - Nell’estate 1984 è stata ritrovata una testa di granito nel Fosso Mediceo di Livorno. I critici d’arte Vera e Dario Durbé subito la riconoscono senza ombra di dubbio come una delle opere che, secondo la leggenda, Amedeo Modigliani avrebbe gettato nel canale, sconfortato dal giudizio dei suoi concittadini e in procinto di partire definitivamente per Parigi. Mentre il Museo progressivo di arte moderna si prepara per i festeggiamenti, tre studenti, Pietro Luridiana, Pierfrancesco Ferrucci e Michele Guarducci, dichiarano di essere gli autori della seconda Testa pescata nel Fosso. Spiegando che la loro è stata una burla, realizzata utilizzando il trapano elettrico Black & Decker.

IL BUSTO DI NEFERTITI - La statua conservata a Berlino, che ritrae la regina egizia vissuta tra il 1370 e il 1330 a.C., non sarebbe che un falso. Lo ha sostenuto lo storico dell’arte Henri Stierlin, secondo cui la scultura sarebbe stata realizzata nel 1912 dall’artista Gerardt Marks su commissione di Ludwig Borchardt. Secondo Stierlin il busto sarebbe stato realizzato per esporre una collana appartenuta realmente alla regina e per fare alcune prove di archeologia sperimentale sui pigmenti utilizzati. E solo in un secondo momento sarebbe stata spacciata come risalente al periodo dei faraoni. L’archeologo ha infatti raccontato di avere ritrovato il busto ad Amarna, sulla riva orientale del Nilo. Per sostenere la teoria secondo cui si tratterebbe di un falso, Stierlin ha sottolineato il fatto che non c’è alcuna documentazione del ritrovamento di Burckhardt prima del 1924 e che lo stesso archeologo avrebbe tenuto il busto nella sua casa del Cairo per dieci anni prima di portarlo in Germania.

GEOGLIFI - Sono degli immensi disegni tracciati sulla terra dall’antico popolo Nazca, nell’attuale Perù, e visibili soltanto dall’alto volando nel cielo. Forme che evocano mistero e scatenano le ipotesi più singolari, come quella secondo cui sarebbero piste di atterraggio degli extraterrestri. Un falso, come ha dimostrato nel 2001 l’archeologo bresciano Giuseppe Orefici, che ha chiesto al governo peruviano di poter scavare le rovine di Cahuachi, la città sacra dei Nazca distrutta da un terremoto. E sono stati proprio i suoi scavi a riscrivere tutta la storia della civiltà precolombiana e a svelare il mistero dei geoglifi. Gli stessi disegni si trovano infatti sulle ceramiche e sulle stoffe dell’epoca dei Nazca. E i solchi tracciati sul terreno non sono altro che lunghi percorsi sacri seguiti durante le feste religiose, che nulla hanno a che vedere con il calendario astronomico né tantomeno con gli extraterrestri.

STONEHENGE - La versione ufficiale è che i giganteschi monoliti inglesi risalgano al 3000 avanti Cristo e che, misteriosamente, siano sempre rimasti intatti e in equilibrio magico per cinque millenni. Una bugia smascherata da un ragazzo di Bristol, Brian Edwards, alle prese con una tesi di storia, che ha trovato le foto del 1901, con un gruppo di operai al lavoro con tanto di cazzuola. Sono solo le prime di una serie: tutto il ‘900 è stato un cantiere senza fine, che ha continuato a rimaneggiare il volto di Stonehenge. Almeno fino al 1964. Scavatrici, corde, cemento e addirittura gru hanno ricostruito, spostato, innalzato, sistemato, riallineato quei monoliti che milioni di turisti hanno ritenuto fossero sempre rimasti immutati nella loro magica geometria.

L’OSSARIO DI GIACOMO - Nell'ottobre del 2002 fu portato alla luce un piccolo sarcofago con l'iscrizione “Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù”. Quest'ossario potrebbe appartenere all'incirca a 20 persone di nome Giacomo, abitanti allora a Gerusalemme, le quali avevano un padre di nome Giuseppe e un fratello di nome Gesù: infatti questi tre nomi erano molto frequenti nella società dell'epoca. Ma ci sono dei dubbi sull'autenticità di questo reperto. Innanzitutto perché non fu trovato dagli archeologi, ma comparve improvvisamente in un antiquariato. Inoltre perché l'iscrizione è chiara e comprensibile immediatamente, cosa non riscontrata negli altri sarcofaghi dell’epoca. Per questa ragione il Dipartimento israeliano per le antichità ha sostenuto che si tratti di un falso.

IL TESORO DEI FARAONI - E’ stato condannato (ma per ora solo in primo grado) con l’accusa di avere spacciato come tesoro dei faraoni dei banali oggetti “made in China”. Una vicenda ancora aperta, che vede come protagonista Ferdinando Caputi, che si presentava come professore universitario ed esperto d’arte e che è stato smascherato dalla Guardia di finanza. Dopo aver commissionato la produzione degli oggetti in Cina, Caputi ne curava l’importazione e poi preparava delle perizie accademiche per accertarne la veridicità.

FALSI D’EPOCA - In alcuni casi i falsi provengono direttamente dal Medioevo, un’epoca storica in cui proliferò non poco la produzione di gioielli falsi, composti da vetro o cristallo montato su materiali non preziosi. Nel quindicesimo secolo in Lombardia i falsari avevano persino una loro corporazione e nel 1488 il Duca di Milano approvò una serie di norme per il buon andamento dell’arte, proposte dagli stessi fabbricanti di pietre false.

I DIARI DI HITLER - Al contrario, alcuni falsi storici riguardano l’epoca contemporanea: il più clamoroso riguarda i manoscritti del Fuhrer. Nel 1983 Konrad Kujuau ha venduto 58 quaderni, vistati in ogni pagina con l’autografo di Adolf Hitler, a un reporter di “Stern”, Gerd Heinemann. Il giornalista ha convinto tutti dell’autenticità dei quaderni. Tanto che lo staff di “Stern” ha coinvolto Newsweek e l’impero di Rupert Murdoch, “Times” in testa. Che ha chiesto una perizia a Lord Dacre, alias Hugh Trevor-Roper, una delle più grandi autorità in materia di Terzo Reich. I responsi sono stati inizialmente positivi, poi lo storico è stato colto dai dubbi. Finché Murdoch in persona ha ordinato: “Che lord Dacre si fotta, stampate!”. Quando alla fine si è scoperto che si trattava soltanto di un gigantesco falso, Kujuau e Heinemann, dopo avere fatto miliardi, sono finiti in prigione.

(Pietro Vernizzi)

..nessuno è infallibile..

martedì 4 maggio 2010

Scoperto a Potenza antico edificio stile Ikea

ROMA - Una reggia del VI secolo avanti Cristo assemblata come un mobile dell'Ikea. E' la scoperta fatta a Torre Satriano, alle porte di Potenza, dove gli archeologi, -secondo quanto riporta la rivista 'Storica' National Geographic - hanno riportato alla luce un edificio sfarzoso, dotato di un tetto a falde i cui pezzi sono quasi tutti segnati con iscrizioni che rimandano ad istruzioni per il montaggio. Si tratta di un edifico "simile ad un tempio", anticipano dal periodico, con un corpo centrale sormontato dal tetto a due falde con decorazioni rosse e nere, e un volume laterale con un porticato che valorizzava l'ingresso della lussuosa costruzione. Il tetto consentiva il defluire delle acque piovane attraverso dei pannelli di abbellimento, chiamati 'sime', provvisti di gocciolatoi.
"Tutte le sime - spiega a Storica Massimo Osanna, direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell'Università della Basilicata e del progetto di scavo a Torre Satriano - e alcune lastre di fregio presentavano iscrizioni relative al sistema di montaggio del tetto. Sono stati recuperati finora un centinaio di frammenti iscritti, dove si legge un numero ordinale al maschile sulle sime e uno al femminile sul fregio". Una sorta di libretto di istruzioni che identificava ogni componente con una sigla e, per facilitarne l'ordine di assemblaggio, definiva gli elementi maschio o femmina, pratica ancora in uso ai giorni nostri. "Le caratteristiche di queste iscrizioni indicano un orizzonte temporale del VI secolo a.C., omogeneo con quanto ricostruibile anche con gli altri elementi del decoro architettonico", spiega Osanna.
Non solo: i decori del tetto della reggia di Torre Satriano sono molto simili alle tracce frammentarie del decoro di un'altra abitazione ritrovata a Braida di Vaglio, una località poco distante. "La similitudine nell'impiego di questi decori è tale da farci immaginare la stessa origine, se non addirittura lo stesso stampo". La zona dei ritrovamenti era a ridosso delle colonie costiere della Magna Grecia e a quell'epoca i signori locali si adeguavano ai gusti di origine greca, facendone uno status symbol: ciò potrebbe quindi giustificare una produzione 'seriale'.

Ufo: scoperti cerchi in un campo di orzo nel bresciano


BAGNOLO MELLA (BRESCIA) - Gli appassionati di fantascienza sono convinti che i cerchi lasciati in un campo coltivato ad orzo siano di un'astronave arrivata da chissà quale galassia. In paese, però, è convinzione che si tratti dell'opera di qualche burlone che, se scoperto, dovrà fare i conti con il proprietario del terreno per i danni arrecati alla coltivazione. La scoperta dei cerchi è stata fatta questa mattina da un ragazzo che ha subito avvisato i carabinieri.
Il disegno sul campo è risultato abbastanza strano e non è la prima volta che la cronaca si occupa di questi fenomeni con ufologi improvvisati che spiegano l'arrivo degli extraterrestri. Il cerchio più grande ha un diametro di 10 metri, gli altri, di alcuni metri. Tra loro sono collegati da sentierini, anch' essi ricavati nell'orzo. L'orzo, alto alcune decine di centimetri è inclinato, ma non schiacciato, come se a piegarlo fosse stato un getto d'aria. I carabinieri hanno svolto un sopralluogo e inviato una segnalazione all'autorità giudiziaria. Molti i curiosi che si sono recati a vedere l' insolito fenomeno, scherzando sulla possibilità che siano arrivati gli ufo.