lunedì 18 maggio 2009

Come saranno le case su Marte



I progettisti si preparano a costruire case per mondi più leggeri del nostro

Sulla Luna ci siamo stati per la prima volta giusto 40 anni fa. Non so di preciso quando arriveremo su Marte. Ma il bambino, più probabilmente la bambina, che camminerà per prima su Marte è già nata, anche se è ancora piccola e non sappiamo chi sia. E sulla Luna ci torneremo presto, forse per restarci. Non che la Luna o Marte siano posti divertenti per una vacanza: niente spiagge con palme o chalet svizzeri, non c’è neanche l’aria per respirare e niente bikini, fa un freddo terribile. Ma la gravità di entrambi i corpi celesti è molto minore di quella della Terra, un sesto sulla Luna e un terzo su Marte. E così, mentre noi scienziati spaziali costruiamo le missioni per andarci, si progettano case extraterrestri.

UN HOTEL «LUNARE» - Hans-Jurgen Rombaut, dell’Accademia di Architettura di Rotterdam, ha pensato un hotel di lusso sulla Luna, che sfrutta, anzi esalta le condizioni di bassa gravità: una vera macchina per sensazioni. Due grandi torri inclinate da 160 metri (non solo bassa gravità, ma niente vento né terremoti sulla Luna !), di materiale locale: in fondo la Luna è solo un vecchio pezzo di Terra. Ovviamente, le torri saranno pressurizzate, così i turisti lunatici potranno fare free climbing alla grande e provare l’emozione del volo umano con degli speciali vestiti da pipistrello, ideale per tonificare i pettorali. Per riposarsi, Rombaut a pensato a romantiche capsule indipendenti, fatte a goccia e appese a mezz’aria, per dare l’impressione di essere ancora in una astronave.

CASE MARZIANE - Marte è ancora più attraente della Luna: il giorno dura circa 24 ore (mentre sulla Luna la notte dura due settimane…) e ci sono dei tramonti bellissimi, col Sole pallido che cala sulle sabbie rosse. Se i greci fossero stati su Marte, la nostra bambina, diventata astronauta, al suo sbarco potrebbe vedere dei templi bellissimi. Eleganti come il Partenone, ma molto più arditi per lo slancio delle colonne e la leggerezza ed arditezza degli architravi. Per non parlare delle Cariatidi, che terrebbero su tutto con un dito. Purtroppo, non è facile che Ulisse sia andato su Marte a fare templi, nè il Bernini a farvi colonnati, ma è divertente immaginarli. Deprimente invece pensarli su Giove dove, con gravità quasi tre volte quella della Terra, le impossibili colonne sarebbero basse e grasse. Come scienziato, propongo di progettare le case marziane secondo i canonici tre criteri di Vitruvio: firmitas, utilitas, venustas. La solidità (firmitas) è facile: bassa gravità e assenza di grossi terremoti. Il materiale da costruzione è disponibile in abbondanza, in un caldo color mattone. L’utilità (utilitas) è ovvia: non si può stare tanto all’aperto su Marte, in una continua pioggia di radiazioni di tutti tipi. Meglio stare in casa, la cui venustas (la bellezza, l’estetica) oltre che dallo slancio delle linee, sarebbe assicurata da una cupola astronomica per guardare passare le due piccole, velocissime lune marziane e poi quel puntino blu lontano, la Terra.
Giovanni Bignami

Il mistero di Kodinjiil villaggio dei gemelli

In una comunità indiana le donne hanno quasi sempre parti gemellari. Secondo uno studioso, la causa potrebbe essere esterna e non genetica - di SARA FICOCELLI
IMMAGINATE di camminare per strada e vedere un bambino. Poi di girare l'angolo e vederne un altro, identico al primo. Può sembrare la scena di un film di David Linch e invece è una situazione che a Kodinji, villaggio della regione del Kerala, in India, si verifica abitualmente. Perché qui le donne, da circa cinquant'anni, partoriscono quasi sempre figli gemelli. In questa comunità di 2000 anime vivono ben 250 coppie di fratelli identici. Nel 2008, su 300 famiglie che hanno avuto un figlio, sono nate 15 coppie di gemelli, percentuale sei volte più alta rispetto alla media nazionale. L'India è uno dei Paesi con il più basso tasso di parti gemellari al mondo. E questo piccolo paesino svetta in cima alla classifica con un primato che da anni fa discutere gli scienziati. Finora, solo uno di loro è riuscito a condurre uno studio completo, il dottor Krishnan Sribiju, dell'ospedale locale Tirurangadi Taluk, secondo il quale il numero di gemelli aumenterà in modo esponenziale anno dopo anno, come accaduto finora. Negli scorsi cinque anni sono nate circa 60 coppie. Oggi, quelle registrate sono 250. Alcune conseguenze hanno aspetti grotteschi. Le insegnanti, ad esempio, hanno grosse difficoltà a distinguere i bambini in classe. "Io, quando mi pettino, mi faccio la riga a destra e mio fratello a sinistra - spiega Abhi, 16 anni - mi hanno anche fatto un timbro sul collo". Sribiju studia il fenomeno da nove anni. E parla al quotidiano britannico The Independent di un'ipotesi interessante: "La causa potrebbe risiedere nell'acqua o nella sabbia. Non crediamo dipenda dal cibo, poiché queste persone non mangiano niente di particolare. Ma nell'acqua che bevono ci sono metalli pesanti, a causa dell'inquinamento delle falde. Ci vorranno comunque anni, per venirne a capo".

L'esperto esclude che la causa sia l'alta percentuale di matrimoni fra consanguinei nella comunità musulmana: "Il fenomeno non è circoscritto a queste famiglie ma interessa tutta la comunità, e le coppie che si trasferiscono in questa zona cominciano a partorire figli gemelli dopo pochi anni di permanenza. E' un'area geografica molto piccola. E la causa sembra più esterna che genetica". La maggior parte dei gemelli di Kodinji, spiega Sribiju, non sono identici, e questo significa che c'è qualcosa che fa produrre alle madri uova in più. I gemelli infatti possono essere di due tipi, dizigoti e monozigoti. Quelli dizigoti sono i più comuni (circa i 2/3 di tutti i parti gemellari) e derivano dalla fecondazione di due cellule uovo da parte di due spermatozoi. I monozigoti, detti anche monovulari, derivano da una singola cellula uovo fecondata da uno spermatozoo e poi scissa in due embrioni, quindi sono identici. Esiste anche una terza categoria, i gemelli bizigoti o "semi-identici", che nascono da una cellula uovo fecondata da due spermatozoi. La maggior parte dei parti gemellari di Kodinji sono dizigoti. "Dev'esserci qualcosa che stimola le donne a produrre uova - conclude lo studioso - in Paesi occidentali come Inghilterra, Spagna o Francia l'utilizzo di farmaci che stimolano la fertilità ha portato a un incremento dei parti gemellari, ma queste tecniche non sono disponibili in questa parte dell'India e la causa non può essere quella". "E' una teoria interessante, l'inquinamento potrebbe essere una causa - spiega la dottoressa Lucia Pasquini, responsabile del Centro di medicina fetale dell'azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze - ma è difficile dimostrarlo. I parti di gemelli dizigoti sono legati a moltissimi fattori, dall'età della madre al suo albero genealogico fino alle condizioni socio-economiche della famiglia. La percentuale di monozigoti invece è mediamente identica in tutto il mondo, indipendentemente dalle condizioni ambientali ed economiche". Kodinji non è l'unico posto ad avere un altissimo tasso di parti gemellari. Anche il villaggio di Mohammad Pur Umri, vicino alla città indiana di Allahabad, si trova nella stessa situazione, così come il villaggio brasiliano di Candido Godoi. La percentuale più alta in assoluto la troviamo però in Africa, nella tribù nigeriana degli Yoruba: circa 45 nascite ogni 1000 sono gemellari. Il dottor Sribiju si è già messo in contatto con queste comunità, sperando che un confronto posssa aiutare a risolvere il mistero.

mercoledì 13 maggio 2009

Scossa di terremoto a Roma,Epicentro a Castel Sant'Angelo



Il movimento tellurico, avvertito anche a Ciampinoe ai Castelli Romani, è stato registrato alle 14.44
Castel Sant'Angelo (Ansa)
Una scossa di terremoto di magnitudo 2.1 è stata registrata dagli strumenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 14.44 in provincia di Roma. I comuni più vicini all'epicentro, rende noto il Dipartimento della Protezione Civile, sarebbero Roma, Ciampino, Tor Lupara e Frascati. Tuttavia, riportando i dati dell'Istituto nazionale di vulcanologia sulle mappe satellitari, l'epicentro del sisma risulta nel pieno cuore di Roma, più precisamente nei giardini di Castel Sant'Angelo. Dalle prime verifiche effettuate dalla sala situazione Italia del Dipartimento non risultano al momento danni a persone o cose.
PICCOLE FAGLIE IN CITTA' - «Sono stupita della localizzazione - dice Patrizia Tosi, sismologa dell'Ingv, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - che io sappia lì sotto non ci sono teoricamente faglie in quell'area. Tuttavia è evidente che se l'epicentro è lì, alla profondità di 10 chilometri, qualcosa ci dev'essere. Certo che, in una città come Roma, anche se ci fossero faglie in centro sarebbe difficile trovarle perchè i segni in superficie sono confusi e coperti da stratificazioni edilizie». La sismicità diffusa, «con questi piccoli terremoti c'è sempre - spiegano all'Ingv -, ma andranno verificati i dati perché da un po' di giorni molte persone telefonano segnalando di avvertire tremori a Roma: probabilmente delle piccole scosse ci sono state». Nella mappa dei risentimenti già pubblicata su internet la scossa delle 14.44 è stata avvertita dalla popolazione come 3-4 grado.
SCOSSA A PISA - In serata, poi, un'altra scossa di terremoto di magnitudo 2.6 si è verificata in provincia di Pisa. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione civile, precisando che non risultano danni a persone o cose. Le località prossime all'epicentro sono Santa Luce, Orciano Pisano e Lorenzana.

martedì 12 maggio 2009

Arriva la super tempesta solare - 2012


Tra circa tre anni la Terra potrebbe essere investita da una tempesta solare potentissima, in grado di distruggere le reti elettriche e di riportare il mondo, almeno per una ventina d'anni, all'età del Medio Evo.
Secondo quanto riporta il settimanale britannico New Scientist, un rapporto finanziato dalla Nasa e pubblicato dalla National Academy of Sciences (Nas) americana a gennaio conclude che una tempesta solare potrebbe verificarsi a breve e avere gravi conseguenze per la società umana, totalmente dipendente dall'elettricità e dalla tecnologia. «Ci stiamo avvicinando sempre più ad un possibile disastro», ha dichiarato Daniel Baker, esperto di meteorologia spaziale dell'università del Colorado e presidente della commissione della Nas che ha redatto il rapporto.
Secondo gli scienziati, in un anno di intensa attività del Sole, come si prevede potrà essere il 2012, potrebbero avvenire violente esplosioni della corona solare e la Terra potrebbe essere investita da un'ondata particolarmente violenta di vento solare. A contatto con la magnetosfera terrestre, il vento solare potrebbe causare una perturbazione geomagnetica tale, secondo l'esperto, da far saltare le linee elettriche. L'ultima volta che si era verificata una tempesta solare particolarmente violenta, nel 1859, una gigante aurora boreale aveva investito la Terra fino ai Tropici. In California, un gruppo di minatori si era svegliato pensando fosse giorno ed invece erano le due del mattino. Ma il mondo non era ancora così industrializzato e dipendente dalla tecnologia e, a parte alcuni danni alle linee del telegrafo, le conseguenze di quella tempesta, chiamata perturbazione di Carrington, non erano state particolarmente gravi.
Oggi invece le cose andrebbero in maniera molto diversa. Telefoni cellulari e internet potrebbero avere problemi di collegamento, così come la radio e potrebbero esserci problemi di approvvigionamento elettrico e di acqua. Senza elettricità le pompe di benzina non funzionerebbero così come le centrali nucleari e a carbone, e l'intero pianeta potrebbe trovarsi senza energia. Gli esperti hanno calcolato che per far ripartire il sistema sarebbero necessari almeno una ventina d'anni. Una tempesta solare, afferma Paul Kintner, fisico della Cornell University di Ithaca, New York, farebbe danni almeno dieci volte superiori ad una tragedia meteorologica come quella dell'uragano Katrina.

Viaggiare più veloci della luce



Due fisici statunitensi stanno studiando la possibilità di superare realmente questo limite
Un'immagine da «Star Trek»MILANO - Avete mai pensato di viaggiare a bordo dell’Enterprise alla velocità della luce? O addirittura di superarla? Il vostro sogno potrebbe diventare realtà. Mentre cresce la febbre per l’uscita al cinema dell'undicesimo film della saga di Star Trek, due scienziati americani stanno studiando una nuova possibilità per raggiungere la «propulsione a curvatura». E per il momento non avrebbero trovato alcun impedimento che vada a scontrarsi con le leggi della fisica.

PROPULSIONE A CURVATURA - Per chi non fosse un seguace della celebre saga televisiva e cinematografica, la velocità di curvatura consente ai terrestri protagonisti della storica serie tv degli anni Sessanta di creare le premesse per il primo contatto con i vulcaniani, la specie del celeberrimo Spock, già in possesso della tecnologia e che, per prassi, instaura rapporti esclusivamente con civiltà che ne sono giunte a conoscenza. Un motore a curvatura, in termini semplici, avrebbe un effetto simile a quello di un elastico, contraendo lo spazio davanti alla navicella e dilatando quello retrostante.

LO STUDIO - Secondo quanto riportato dal sito statunitense Science Daily , due fisici americani sarebbero al lavoro per realizzare questa spinta fantascientifica nel mondo del reale. Gerald Cleaver e Richard Obousy, infatti, sono convinti che manipolando una porzione di spazio attraverso un’ingente concentrazione di energia si potrebbe arrivare alla creazione di una «bolla» in grado di spingere l’astronave a una velocità ben superiore rispetto a quella della luce. Un effetto del tutto simile a quello derivante dal cavalcare un’onda. Presupposto necessario agli studi dei due scienziati è la M-theory , un recente sviluppo della Teoria delle stringhe che aumenta le dimensioni dell’universo a undici. Sarebbe, infatti, proprio attraverso l’intervento in questa undicesima dimensione che si creerebbe l’energia necessaria a questa super propulsione, nello stesso modo in cui potrebbe essersi espanso l’universo dopo il Big Bang.
FUTURO LONTANO - La Teoria della relatività di Einstein non esclude la possibilità di superare la velocità della luce, ma asserisce che per farlo sarebbe necessaria una quantità di energia infinita. Quantità che invece Cleaver e Obousy hanno ricalcolato e che risulterebbe pari "soltanto" all’intera massa di Giove. Il viaggio interstellare alla ricerca di nuovi mondi e nuove civiltà potrebbe diventare qualcosa di più di un semplice espediente cinematografico, anche se probabilmente passerà molto tempo prima che si riesca a creare la tecnologia in grado di sfruttare questo tipo di energia.
Simone D’Ambrosio

Black- out vulcani ghiaccio' Terra


L'attivita' eruttiva si interrupe per 250 milioni di anni

(ANSA) - I vulcani smisero di eruttare per 250 mln di anni e trasformarono la Terra in una palla di neve coperta di ghiaccio.Il fenomeno, che potrebbe essere legato a una pausa nel movimento delle placche tettoniche, responsabile di gran parte dell'attivita' eruttiva, avvenne all'inizio della storia della Terra (circa tra 2,4 mld e 2,3 mld di anni fa) e permise all'atmosfera di diventare ricca di ossigeno. Lo spiega uno studio pubblicato su 'Earth and Planetary Science Letters'.