domenica 4 gennaio 2015

UDINE: boato sentito in tutta la città,

Decine di telefonate al centralino dei carabinieri e sul web si contano a centinaia i commenti: potrebbe trattarsi dell’effetto sonoro dell’onda di pressione di un meteorite..

UDINE, Gennaio 2015. Un forte boato è stato avvertito intorno alle 21 in tutta la città e anche oltre. Dalla zona di via Cividale, dove diverse persone sono scese in strada preoccupate, a viale Palmanova, da Beivars a Cussignacco, fino al comando dei vigili del fuoco in via Popone e addirittura a Passons e Martignacco, come pure in viale Tricesimo e alle porte di Pradamano. In pochi secondi il web si è riempito di commenti più o meno allarmati.
Sul profilo Facebook del gruppo “Sei di Udine se” in meno di un’ora il botta e risposta ha superato quota 200 interventi tra chi ha raccontato di aver sentito vibrare i vetri delle finestre e chi si è pure improvvisato “detective” facendo su e giù per la zona di via Cividale nella speranza di capire cosa possa essere successo.
Anche i carabinieri hanno ricevuto decine di telefonate, ma nessuno ha saputo fornire indicazioni utili per dare una risposta a quello che di fatto è diventato un vero e proprio “giallo”. In molti hanno azzardato delle ipotesi: dal jet che ha rotto il muro del suono, a un botto di capodanno da record, passando per il terremoto (fortunatamente subito escluso) all’esplosione di cui però non c’è stata alcuna traccia. Forze dell’ordine e vigili del fuoco erano pronti a intervenire, ma il botto non sembra aver lasciato tracce di sé. Per il momento la causa resta un mistero.
Potrebbe trattarsi di un meteorite. Il botto in questo caso non sarebbe causato dall'impatto al suolo ma dall'onda di pressione prodotta dall'attraversamento dell'atmosfera a velocità supersonica della roccia che solitamente si disgrega prima di cadere a terra.

di Cristian Rigo (Messaggero Veneto)

Russia, giallo su "lampo" sugli Urali. Meteora o altro?

Scienziati divisi. Autorità locali: forse esercitazioni militari


Novembre 2014 (ANSA)Giallo sul gigantesco lampo di luce arancione che per una decina di secondi ha illuminato il cielo sopra la citta' di Rezh, nella regione di Sverdlovsk, sugli Urali. A cinque giorni dal misterioso fenomeno - finito su Youtube dopo essere stato fotografato e filmato da varie persone - scienziati e servizi di emergenza si stanno ancora sforzando di trovare una soluzione: divisi tra l'ipotesi di esercitazioni militari e quella di un nuovo meteorite, come quello caduto nel febbraio 2013 a Celiabinsk, sempre sugli Urali.

Il video pubblicato su YouTube

Il meteorite caduto nel 2013 causò oltre mille feriti (in gran parte per i vetri infranti) e danneggio' numerosi edifici. I servizi di emergenza assicurano tuttavia che questa volta non e' stato rilevato alcun incidente legato all'evento. Secondo il portale locale E1.ru, i dirigenti della protezione civile hanno ipotizzato che dietro al lampo di luce ci possa essere in effetti l'esercito, forse nell'ambito di un'operazione per far brillare dell'esplosivo, anche non sono stati uditi rumori di esplosione. Anche l'amministrazione cittadina ritiene plausibile questa possibilita'. L'esercito del resto nega: ''quel giorno non erano in corso esercitazioni o addestramenti, e nessuna unita' militare ha base nella regione, quindi non abbiamo nulla a che fare con questo'', ha riferito un portavoce delle forze armate a E1.ru Un'altra ipotesi e' quella della collisione di un asteroide con l'atmosfera terrestre.
''Sembra un bolide (meteorite, ndr) che cade. A causa delle copertura nuvolosa bassa, avrebbe cessato di esistere sopra le nubi e illuminato il cielo intero'', ha azzardato Viktor Grokhovski, della commissione meteoriti dell'Accademia russa delle Scienze. L'astronomo Vadim Krushinsky dubita della teoria invece del collega, sostenendo che il colore del lampo non corrobora la tesi dell'asteroide. La tonalita' del fascio di luce dipende dalla temperatura del corpo celeste e i lampi causati dai bolidi sono generalmente piu' bianchi, ha spiegato a Ekburg.tv. E ha quindi suggerito l'ipotesi del lancio di un razzo, ricordando che una rotta dei lanci dal cosmodromo di Plesetsk si trova sopra questa area.
L'agenzia spaziale russa, a sua volta, ha riferito peraltro che l'ultimo lancio dal cosmodromo di Plesetsk risale al 29 ottobre, mentre il prossimo e' programmato per il 24 novembre. Per ora il mistero rimane.

giovedì 1 gennaio 2015

Desert breath: la spirale nel deserto



Una spirale grande come 10 campi da calcio, un pentagramma e altri simboli misteriosi avvistati su Google Maps. Arrivano gli alieni? No: ecco chi li ha tracciati e perché.

Sarà la forma a doppia spirale, sarà la superficie di quasi 100.000 metri quadrati - più o meno quella di 10 campi da calcio - sarà il fatto che sorge nel cuore dell’Egitto, ma questa grande struttura eretta lungo le rive del Mar Rosso ha un che di esoterico.



Che sia in qualche modo collegata alle piramidi e ai loro misteri ancora irrisolti? Che siano le antiche tracce del contatto tra uomini e civiltà extraterrestri?

Mistero svelato

Niente di tutto questo: Desert Breath è un’installazione realizzata nel 1997 da tre artisti, Danae Stratou, Alexandra Stratou and Stella Constantinides, che, come si legge nel loro sito, hanno voluto celebrare in questo modo il deserto come “stato e paesaggio mentale”.  E che recentemente è ritornata in auge perché ripresa e visibile su Google Maps.



Castellone di sabbia

Certo è che vista dall’alto grazie a Google Maps fa davvero impressione. Siamo a El Gouni, non lontano dalla rinomata località turistica di Hurgada, in Egitto. Costruita con coni verticali e buche complementari di forma conica, Desert Breath è stata realizzata interamente in sabbia. E infatti si sta pian piano sbriciolando a causa dell’azione erosiva dei venti del deserto. I coni si abbassano, le buche si riempiono e l’opera, secondo i suoi autori, sarebbe uno strumento per misurare lo scorrere del tempo.



Al centro di Desert Breath, fino a qualche anno fa,
vi era un laghetto artificiale che ora si è prosciugato (da danaestratou.com)

Pentagrammi, diamanti e altri simboli molto terrestri

Desert Breath non è comunque l’unica stranezza che si può avvistare su Google Maps: nelle steppe del Kazahkastan, in un angolo di terra battuta dai venti vicino alle sponde di un lago desolato, spicca un grande pentagramma iscritto in un cerchio tracciato nel terreno. Non arrovellatevi, diavoli e streghe qui non c'entrano: è solo la traccia di una strada mai costruita progettata ai tempi dell’URRS (la stella nel cerchio era uno dei simboli del comunismo), come vi abbiamo raccontato.


Nei pressi di Trementina, nel deserto del New Mexico, si possono invece avvistare due enormi diamanti iscritti in cerchi sovrapposti: siamo a sole 3 ore di auto da Roswell e dall’Area 51 ma questi simboli non hanno nulla di extraterrestre. Sorgono infatti su un terreno di proprietà della comunità di Scientology, che ha qui una delle sue sedi.