mercoledì 11 gennaio 2012

Cadaveri intatti dopo 50 anni. San Donaci, dove i morti non diventano cenere


E' morta mezzo secolo fa, ma il suo corpo è intatto. E' il caso più eclatante quello che riguarda una bimba deceduta cinquant'anni fa. Quando la piccola cassa contenente i suoi resti è stata riaperta, i necrofori sono rimasti choccati. Il corpo dell’esserino era saponificato, il volto come quello di una bambola, il corpicino ancora quasi intatto sotto gli abiti stracciati.
E' solo uno di tanti altri casi raccontati dal quotidiano brindisino Senzacolonne. Gli altri sono meno incredibili ma ugualmente sconvolgenti, come quelli di anziani quasi intatti dieci o vent’anni dopo la tumulazione. Qualcuno con i capelli e le unghie allungate. Nel cimitero di San Donaci, provincia di Brindisi, i morti non ritornano cenere, ma neanche ossa: un mistero che naturalmente non ha a che fare con il paranormale ma che comprensibilmente risulta inquietante e comporta persino problemi logistici.
Non potendo trasferire le salme dopo il tempo previsto negli ossari, i loculi non si liberano e l’Amministrazione comunale è costretta ad ampliare il camposanto per realizzare nuovi loculi. Sì perché a San Donaci non c’è l’usanza di seppellire sotto terra: solo cappelle familiari o tombe a muro. In un anno, su sessanta estumulazioni, quaranta salme vengono trovate mummificate o saponificate. Un caso forse unico in Italia, che sembra non avere una semplice spiegazione scientifica.
Le stesse procedure di sepoltura vengono seguite nei comuni vicini e quindi non si capisce come mai proprio nelle cappelle del cimitero di San Donaci accada questo fenomeno che altrove invece non si verifica. Ancora nelle ultime ore un'altra scoperta dei i necrofori, che si sono trovati davanti alla salma di una donna saponificata. Il responsabile cimiteriale non ha potuto far altro che richiudere la bara.
I parenti dei defunti sono choccati, anche perché hanno facoltà di assistere alle operazioni di apertura delle bare. Spesso si ritrovano a vivere un dolore imprevisto. Nella mummificazione, avvenuta spesso in tale comune e testimoniata da foto in possesso di Senzacolonne, vi è un disidratazione veloce dei tessuti corporei e una successiva evaporazione dei liquidi. Nella saponificazione, invece, la pelle si attacca alle ossa formando una sostanza chiamata adipocera che è simile alla cera e ha un aspetto viscido che favorisce la conservazione del corpo.
Le soluzioni possibili? Difficile da dire. Nel cimitero di San Donaci i morti vengono disposti nei loculi a muro, proprio perché non vi è la cultura della sepoltura sotterranea. E dunque è certo che in pochi accetterebbero di mutare questa tradizione. Qualcuno azzarda che si potrebbero utilizzare delle speciali pasticche da inserire nella cassa e che favoriscono il procedimento di decomposizione. Ma ci deve essere l’autorizzazione sanitaria che dipende dalle Asl di appartenenza. Quello che è sicuro è che il mistero si infittisce sempre di più.