giovedì 12 novembre 2009

Un asteroide ha sfiorato la Terra


È passato a soli 14 mila chilometri dal nostro pianeta, cioè 30 volte più vicino rispetto alla Luna

Un altro asteroide il 6 novembre ha sfiorato la Terra da vicinissima distanza, appena 14 mila chilometri; quindi ben al di sotto dell’orbita equatoriale a 36 mila chilometri sulla quale ruotano tutti i satelliti per le telecomunicazioni e la TV. Anche questo pianetino è stato scoperto all’ultimo momento, come era accaduto all’asteroide di dieci metri di diametro che l’8 ottobre scorso aveva invece colpito la Terra disintegrandosi nel cielo dell’Indonesia. Questo nuovo asteroide di 7 metri di diametro battezzato 2009 VA era stato scoperto dal Catalina Sky Survey 15 ore prima dell’incontro ravvicinato ed era rapidamente identificato dal Minor Planet Center di Cambridge (Massachusetts-Usa) il quale stabiliva che non ci sarebbe caduto addosso ma che avrebbe soltanto sfiorato il pianeta. L’eventuale impatto, tuttavia, avrebbe finito per disintegrarlo senza creare problemi.
LA «CLASSIFICA» DEGLI ASTEROIDI - Nelle statistiche dei oggetti cosmici che si avvicinano, comunque il 2009 VA conquista una posizione di riguardo perché è il terzo corpo cosmico che si avvicina di più. I due che lo precedono sono l’asteroide 2008 TS26 di un metro di diametro che è passato ad una distanza di 6.150 chilometri il 9 ottobre 2008 e l’asteroide 2004 FU162 di sette metri che il 31 marzo 2004 arrivava a 6.535 chilometri . Secondo i calcoli del Jet Propulsion Laboratory della NASA almeno due pianetini di questa taglia ci sfiorano ogni anno mentre un impatto di questa dimensione è previsto ogni cinque anni.
PERICOLI - L’aspetto naturalmente più preoccupante è che anche il 2009 VA è stato rilevato all’ultimo momento perché la rete di sorveglianza oggi non riesce a fare meglio dati i suoi limiti tecnologici. Gli asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra (PHA) per la loro traiettoria ora censiti sono 1079: il loro diametro è a partire da cento metri. Solo in questo mese di novembre ci sono undici asteroidi ben noti di questo tipo che arrivano ad una distanza tra 1,4 e 44,2 LD (Lunar Distance ) con diametri variabili tra 6 metri e 1,9 chilometri. Ovviamente il problema maggiore lo pongono i piccoli al di sotto dei cento metri di taglia per i quali occorrerebbero strumenti di osservazione più sensibili per avvistarli quando sono ancora lontani. Ma questo è un obiettivo che gli astronomi si pongono da tempo, senza essere finora troppo ascoltati da coloro che potrebbero sostenere l’onere dell’impresa. Speriamo che nell’attesa del risveglio delle coscienze la fortuna ci assista.

Archeologia: tsunami 3000 anni fa investi' coste Israele

NEW YORK, - Tremila anni fa l'eruzione del vulcano Thera nel mare Egeo provoco' uno tsunami che investi' il Mediterraneo orientale fino a Israele. Lo hanno scoperto archeologi americani, canadesi e israeliani che hanno scavato nell'area di Cesarea, una citta' israeliana costiera di epoca romana e bizantina.In base all'analisi dei sedimenti costieri, gli studiosi hanno stabilito che onde giganti si propagarono dall'epicentro dell'esplosione al litorale del Mediterraneo orientale.

Scoperte ventidue galassie "invisibili"



Sono le più antiche: nate 780 milioni di anni dopo il Big Bang, hanno 13 mld di anni

ROMA - Sono invisibili e sono le più antiche finora scoperte, le 22 galassie individuate da un gruppo di astronomi statunitense e giapponese grazie al telescopio spaziale Hubble. Questi oggetti misteriosi, descritti nel numero di dicembre dell'Astrophysical Journal, sono nati 787 milioni di anni dopo il Big Bang, quando l'universo era molto giovane, ed hanno quindi poco meno di 13 miliardi di anni. A rendere invisibili le galassie è il fatto che la radiazione luminosa che emettono non riesce ad essere filtrata a nessuna lunghezza d'onda ed è quindi impossibile da percepire.
E' la prima volta che viene calcolata l'età di galassie così antiche e i ricercatori, coordinati da Masami Ouchi dell' osservatorio Carnegie, sono riusciti a farlo seguendo le tracce dell'idrogeno prodotto al momento del Big Bang. L'idrogeno è infatti il testimone più diretto dell'origine dell'universo. Si è formato infatti circa 400.000 anni dopo il Big Bang, quando la temperatura ha cominciato a raffreddarsi ed elettroni e protoni si sono combinati dando origine a questo elemento. Circa un miliardo di anni dopo il Big Bang l'idrogeno ha cominciato a formare le stelle nelle prime galassie. La Wide-Field Camera 3 del telescopio Hubble e il telescopio giapponese Subaru hanno permesso ai ricercatori di esplorare una vastissima area dell'universo giovane (100 volte più vasta di quelle osservate finora) utilizzando filtri di tipo diverso, fino a trovare la lunghezza d'onda esatta per riuscire a vedere la radiazione debolissima, tanto da essere invisibile con altri strumenti, emessa dalle stelle più antiche.