giovedì 18 giugno 2009

Attenzione a Mercuriola Terra a rischio crash


Il nostro pianeta potrebbe avere una fine violenta in seguito allo scontro con Venere, Marte e Mercurio. E proprio quest'ultimo potrebbe innescare un'alterazione delle orbite degli altri. Risultato: una catastrofe planetaria di LUIGI BIGNAMI

PRIMA che il nostro Sole giunga alla sua fine facendo evaporare il nostro pianeta, oppure prima che un gigantesco asteroide si scontri con la Terra e ancor prima che una stella, passandoci vicino, ci strappi dalla nostra orbita, il nostro Pianeta potrebbe avere una fine violenta in seguito allo scontro con i pianeti a noi più vicini: Mercurio, Venere e Marte. L'evento scatenante sarebbe da ricercare nel pianeta Mercurio, il quale pur avendo dimensioni molto piccole rispetto agli altri pianeti (4.878 km contro i 12.736 della Terra) potrebbe innescare un'alterazione delle loro orbite, il cui risultato sarebbe una catastrofe planetaria. E' questa la conclusione di una nuova simulazione al computer che tiene conto delle più piccole variazioni di orbita che possono subire i pianeti nei prossimi milioni o prossimi miliardi di anni. Va detto infatti, che anche se a noi sembra che le orbite dei pianeti siano stabili nel tempo, così non è, in quanto l'attrazione reciproca tra i corpi del sistema solare le fanno variare anche di pochi metri al secolo e questo sull'arco di centinaia di milioni di anni può avere conseguenze importanti. Lo studio è stato realizzato da ricercatori dell'Osservatorio di Parigi e pubblicato su Nature. E dimostrerebbe che una serie di fenomeni astrali potrebbero far sì che l'orbita di Mercurio arrivi ad allungare il suo asse maggiore fino al punto da intersecare l'orbita di Venere. A quel punto si verrebbe ad avere una tale alterazione dell'orbita di Mercurio stesso che potrebbe essere eiettato al di fuori del sistema solare, oppure finire inghiottito dal Sole o essere proiettato verso la Terra con la quale verrebbe a scontrarsi.

A questa conclusione gli autori della ricerca, Jacques Laskar e Mickael Gastineau, sono giunti dopo aver simulato 2.501 scenari del nostro sistema solare in ciascuno dei quali si è ipotizzata una piccola variazione di orbita (dell'ordine di pochi metri) dei pianeti più vicini a noi. Nel 25% dei casi sarebbe Mercurio il pianeta più esposto ad una profonda modifica della sua orbita che lo porterebbe ad incrociare quella di Venere. A quel punto anche gli altri pianeti più vicini al Sole subirebbero delle forti alterazioni orbitali. In una percentuale molto bassa l'alterazione sarebbe così consistente che tra 3,3 miliardi di anni Marte, Venere, Mercurio potrebbero scontrarsi con la Terra. In ben 200 casi, dei 2501 scenari previsti dai ricercatori, due pianeti interni verrebbero a scontrarsi tra loro e la Terra sarebbe coinvolta in 48 casi. "Da questa simulazione, ciò che risulta più sorprendete è il fatto che l'alterazione dell'orbita di Mercurio può influenzare anche quelle di Venere e della Terra", ha detto Laskar. Ma cosa farebbe di Mercurio la boccia planetaria che altererebbe una situazione che sembra essere assai stabile? "La causa di tutto ciò è da ricercare nel pianeta Giove, il quale con la sua enorme massa ha un'influenza gravitazionale notevole sull'orbita del piccolo pianeta vicino al Sole", ha spiegato l'astronomo. Tale influenza, nell'arco di centinaia di milioni di anni, sarebbe sufficiente dapprima ad allungare la sua orbita e poi a spingerlo al di fuori della stessa. Che lo scontro tra pianeti sia una realtà è già stato dimostrato da quanto osservato attorno alla stella SM1207B, dove sono state trovate le evidenze dello scontro tra almeno due pianeti e, d'altra parte, sembrerebbe ormai certo che circa 4 miliardi di anni fa un oggetto grande come Marte si scontrò con il nostro pianeta e dal fenomeno nacque la Luna.

Sydney: scoperto sesso mummia


Reperto conservato da 140 anni, svelati misteri grazie a Tac
SYDNEY, - Un mistero di 2000 anni fa e' stato risolto oggi in Australia dove uno studio ha svelato i segreti di una mummia infantile egiziana. La mummia, chiamata Horus e conservata da 140 anni nel museo dell'universita' di Sydney e' stata sottoposta a una Tac. Horus risale al periodo greco-romano, ma finora il sesso e l'eta' erano rimasti un mistero. ''Abbiamo avuto la sorpresa di scoprire che e' un maschio di sette anni'', ha detto il curatore del museo.

giovedì 11 giugno 2009

Giappone, piovono girini e pesci

Misterioso evento meteorologico

Da giorni a Nanao e in altri luoghi della prefettura di Ishikawa non si parla d'altro. Sulla costa centrale del mar del Giappone sono infatti caduti dal cielo girini e pesci. Secondo gli abitanti si è trattato di una "pioggia miracolosa", ma gli esperti e i meteorologi ipotizzano invece un'intensa e piccola turbolenza, come un mini-tornado, o addirittura che i piccoli animali possano essere stati persi durante il volo da uccelli come i corvi o le gru nipponiche.

Sulle cause della misteriosa pioggia, per ora, non ci sono certezze. Ma le testimonianze dei locali non lasciano adito a molti dubbi sulla veridicità dell'evento straordinario. Sulla base delle ricostruzioni fatte dalla stampa locale, un uomo di 55 anni ha spiegato di aver udito giovedì scorso strani rumori e, avvicinatosi a un parcheggio pubblico nel centro della città di Nanao, ha visto un centinaio di girini di pochi centimetri distribuiti su una superficie di una decina di metri quadrati. Il fenomeno si è poi ripetuto sabato anche nella città di Hakusan. Le ipotesi formulate dagli esperti puntano tutto su un evento atmosferico eccezionale, ma spiegabile. L'osservatorio meteorologico della vicina Kanazawa ha fatto però notare che le condizioni del tempo, considerando che i fenomeni sono stati segnalati già a inizio mese, non possono giustificare "piogge anomale" come quelle di Nanao e Hakusan. Sulle cause, dunque, si è acceso un interessante dibattito, che ha coinvolto anche l'Istituto ornitologico Yamashina di Abiko, nella prefettura di Chiba. Secondo i ricercatori dell'ateneo, infatti, i girini potrebbero essere stati persi in aria da uccelli di grandi dimensioni. Il mistero resto fitto.

Fonte: TGCom