Alcune famiglie dell'Ulster hanno in comune un gene apparso 1.500 anni fa responsabile della malattia
Un Tumore benigno dell'ipofisi produce un'eccessiva quantità di ormone della crescita
LONDRA - A 19 anni veniva accolto a Londra come una star, a 22 moriva di alcol: è la storia di Charles Byrne, il «gigante irlandese» divenuto uno dei più celebri fenomeni da baraccone nella Gran Bretagna della fine del Settecento, il cui Dna è servito a mappare le origini del gigantismo. Una nuova ricerca ha svelato infatti che Byrne e alcune famiglie che ancora oggi risiedono in Ulster hanno in comune un gene mutante apparso 1.500 anni fa responsabile della malattia.
LA RAZZA DEI GIGANTI - La «razza dei giganti», come la definisce oggi l'Independent, sarebbe confinata in una piccola zona dell'Irlanda del Nord che gli studiosi preferiscono mantenere segreta proprio per proteggere chi è affetto dall'anomalia. Le quattro famiglie in cui è stato identificato il gene, hanno in generazioni recenti dato origine a sei «giganti» di oltre due metri di altezza e a altre persone affette da disturbi della crescita. A rendere i «giganti» diversi è un gene mutante che fa sì che già da bambini questi vengano colpiti da un tumore benigno dell'ipofisi che produce un'eccessiva quantità di ormone della crescita. Quando invece il tumore si sviluppa in età adulta, risulta in una crescita anormale della fronte, della mascella, delle mani e dei piedi, un disturbo chiamato acromegalia. In entrambi i casi i soggetti spesso soffrono di forti mal di testa e di problemi alla vista in quanto il tumore fa pressione sul nervo ottico.
Fonte: Il Corriere della Sera