Photo by G.L. Kohuth |
I ricercatori della Michigan University (Usa) hanno trovato l’anello di congiunzione tra scienza e alchimia. Il batterio metallidurans Cupriavidus sarebbe capace di trasformare il cloruro d’oro in pepite da 24 carati. Ma non c’è da illudersi, il procedimento è più costoso dell’oro prodotto, almeno per ora. Quindi niente febbre dell’oro o fabbrichette casalinghe di gioielli e monili.
Il Cupriavidus metallidurans, ceppo CH34, é un bacillo non sporigeno in grado di sopravvivere, e bene, anche in ambienti ad altissima concentrazione di metalli. Per un lungo lasso di tempo è stato usato come modello sperimentale per studiare le patologie da metalli pesanti. Il suo genoma è stato completamente sequenziato. Essendo un bacillo mesofita, trova impiego industriale nella decontaminazione di ambienti con ipersaturazioni metalliche.
Dal punto di vista genetico é noto che le sue caratteristiche dipendono daimegaplasmidi pMOL28 pMOL30.
La Michigan State University, la Martin Luther Universität, Halle-Wittenberg, e molti altri centri di ricerca stanno conducendo da tempo esperimenti d’avanguardia, che sembrerebbero coinvolgere anche talune manipolazioni genetiche, per ottenere una produzione di metalli pesanti tramite modificazioni di tali bacilli.
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Di recente, è stato possibile ottenere in laboratorio la concrezione di pepite d’oro di grandezza visibile, ottenute dal Cupriavidus metallidurans, sotto particolari situazioni sperimentali.
Questi risultati sembrerebbero essere molto incoraggianti e, qualora fossero confermati e si risolvessero i restanti problemi squisitamente tecnici, sembrerebbe possibile avviare una produzione su scala industriale.
I tempi di trasferimento dalla ricerca pura a quella applicata e, quindi, alla produzione, potrebbero essere stimati tra i cinque ed i dieci anni.
Al momento attuale, i costi di produzione potrebbero essere valutabili attorno aitrecento dollari americani ppa all’oncia, ai quali si dovrebbe però aggiungere l’ammortamento degli oneri di ricerca. Non risulterebbero al momento brevetti internazionali in essere.
Le ricerche condotte negli ultimi anni sembrerebbero essere state almeno in parte secretate. Ciò é logicamente naturale, dato che in simili circostanze i ricercatori e gli enti di ricerca mirano od al brevetto oppure a passare ad aziende amiche l’intera procedura produttiva.
Si noti che oltre all’oro, vi sono linee di ricerca su quasi tutti i metalli rari.
Notizie tecniche.
Reith F. et Al. Mechanisms of gold biomineralization in the bacterium Cupriavidus metallidurans. Proceedings National Academy Sciences United States of America. pnas.0904583106. 106: 17757-17762, 2009. (Affiliation: Caltech).
Reith F et Al. Nanoparticle factories: Biofilms hold the key to gold dispersion and nugget formation. Geology. 38: 843-846, 2010.
Fonti:
ibtimes.com
scitechdaily.com