mercoledì 25 agosto 2010

Il mistero dei Rotoli di Qumran




I Rotoli del Mar Morto sono stati fatti a Qumran

Da quando sono stati trovati nelle 11 grotte di Qumran, mezzo secolo fa, i Rotoli del Mar Morto hanno riempito i dipartimenti di archeologia di punti interrogativi. In quale Paese del mondo sono stati scritti? E dove sono state lavorate le pergamene? A questa seconda domanda è riuscito a rispondere uno studio italiano dei Laboratori Nazionali del Sud (LNS) di Catania dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Con un acceleratore di particelle. La pergamena di pelle di cammello di cui sono fatti 900 documenti sarebbe stata prodotta proprio nel luogo in cui sono stati trovati, vicino alle rovine dell'antico insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto.

"I residui di bromo che abbiamo trovato nei campioni analizzati - spiega il fisico che ha condotto la ricerca, Giuseppe Pappalardo - sono compatibili con la composizione delle acque di quella zona, che contengono una quantità di bromo tre volte superiore a quella di qualunque altro mare. Si tratta di uno studio ancora in fase preliminare, ma ci sono buone probabilità che l'origine sia quella". La datazione si aggira fra il 200 a.C. e il 60-70 d.C., ma non è detto che i testi siano stati scritti nello stesso luogo in cui sono stati creati. L'analisi degli inchiostri verrà fatta dallo stesso team che ha condotto lo studio, ed è quindi probabile che i ricercatori italiani riescano, tra qualche anno, a svelare tutti i misteri che girano intorno a questo rompicapo dell'archeologia. 

Il team è riuscito nella scoperta grazie all'uso incrociato di un nuovo sistema di analisi, chiamato XPIXE e brevettato proprio dai LNS dell'INFN, e dell'acceleratore di particelle in funzione negli stessi laboratori. I documenti analizzati rappresentano, tra l'altro, i testi biblici più antichi mai conosciuti, ma ad essere stata studiata è stata solo una parte di tutta la documentazione, il Rotolo del Tempio, che non fa parte della narrazione biblica ma descrive la costruzione e la vita di un luogo sacro,spiegando come trasmettere la legge al popolo. 

La ricerca dei fisici dell'INFN si è svolta in collaborazione con i ricercatori del BAM-CNR (Bundesanstalt fiir Materialforschung) di Berlino: "La dottoressa Ira Rabin del BAM - spiega Pappalardo - ci ha contattato perché sapeva che eravamo gli unici ad avere tutta la strumentazione necessaria. Un'apparecchiatura portatile ci ha permesso di fare lo screening dei campioni, analizzando tutti i loro elementi chimici, quelli pesanti e quelli leggeri. Abbiamo analizzato i frammenti dei Rotoli del Tempio perché sapevamo che gli esami sarebbero stati più facili, erano campioni più puliti". 

La ricerca è stata realizzata su sette piccoli campioni di dimensione media (circa un centimetro quadrato) e i reperti provenivano dal Shrine of the Book of the Israel Museum e dalla collezione Ronald Reed della John Rylands University Library. Gli strumenti del laboratorio LANDIS dei Laboratori di Catania dell'INFN hanno permesso di effettuare le analisi senza danneggiare i frammenti e ottenendo subito risultati interessanti.

Queste pergamene, il supporto su cui si scriveva al tempo, richiedevano, infatti, una grande quantità di acqua per essere preparate. L'analisi delle concentrazioni di cromo e bromo nelle acque del Mar Morto è risultata compatibile con la percentuale di queste sostanze contenuta nei campioni, e il confronto è stato possibile utilizzando fasci di protoni da 1.3 MeV, prodotti dall'acceleratore di particelle Tandem dei LNS dell'INFN. 

I risultati sono stati presentati dal professor Pappalardo alla PIXE 2010 Conference di Surrey, in Gran Bretagna. Non resta ora che aspettare la seconda parte dello studio, quella che analizzerà la composizione degli inchiostri, per capire dove i testi sono stati scritti, e magari anche da chi. (Sara Ficocelli – www.repubblica.it)