ROMA - E’ solo un macigno cosmico di una quarantina di metri di diametro, un mini-asteroide, ma nei giorni scorsi ha tenuto col fiato sospeso gli addetti alle varie reti di monitoraggio dei corpi minori del sistema solare, impegnati a calcolare orbite e a valutare i potenziali pericoli di questi oggetti. Alla fine si è raggiunta la certezza che 2009 DD45 -questa la sua sigla- avrebbe sfiorato la Terra lunedì 2 marzo 2009 alle ore 13,44 di tempo universale (14,44 ora europea), passandoci ad appena 72 mila chilometri, circa il doppio della distanza in cui vengono posti i satelliti geostazionari, per fortuna senza alcun rischio di caderci addosso.
MILLE ATOMICHE - Solo un brivido, al pensiero di essere sfiorati da un corpo celeste che, per dimensioni, è paragonabile a quello che si è abbatté il 30 giugno 1908 nella regione di Tunguska, in Siberia, scatenando un’esplosione equivalente a mille bombe atomiche come quella di Hiroshima e distruggendo oltre duemila chilometri quadrati di foresta. Insomma, piccolo sì, ma potenzialmente distruttivo.
TRAIETTORIA - Più i telescopi e gli strumenti di monitoraggio dei fenomeni celesti diventano sensibili e perfezionati, più cresce la consapevolezza che la Terra è un facile bersaglio per questo tipo di corpi, molti dei quali, in passato, devono essere caduti in mare o in zone disabitate, senza che fosse lanciato alcun tipo di allarme. Ora, grazie anche ai nuovi sensori automatici digitali, molti piccolissimi asteroidi che transitano sullo sfondo del cielo stellato, vengono immediatamente segnalati e, dopo una serie di osservazioni, è possibile calcolarne le traiettorie, con una precisione tale da stabilire la loro innocuità ovvero le probabilità di impatto con la Terra. Secondo le ultime valutazioni, il punto di maggiore avvicinamento dell’asteroide al nostro pianeta si trova sul Pacifico, poco a Ovest rispetto all’isola di Tahiti. L’asteroide 2009 DD45 è stato fotografato il 27 febbraio scorso come una debolissima stellina di 19 grandezza, mentre transitava fra le stelle. Ora, in coincidenza col suo massimo avvicinamento, la sua grandezza stellare è salita fino a 13, diventando accessibile anche ai piccoli telescopi. Così, dall’Australia fino alla Polinesia, cioè nei luoghi più favorevoli all’avvistamento del passaggio radente, è tutto un rimbalzare di messaggi via Internet fra gli appassionati di astronomia per osservare l’evento.
Quanto agli altri recenti passaggi ravvicinati di asteroidi, per quanto se ne sappia, il record è detenuto da un altro frammento, chiamato 2004 FU162, che il 31 marzo del 2004 è passato ad appena 6.500 km dalla Terra: un vero miracolo che non ci sia finito addosso.
Fonte: www.ilportaledelmistero.net