giovedì 15 gennaio 2009

LA VIA LATTEA E' PIU' GRANDE E VELOCE - MA LA SUA FINE DIVENTA ANCHE PIU' VICINA


Nuovi dati sulla galassia di cui fa parte il nostro sistema solare. Che si scontrerà con Andromeda

MILANO - Per la nostra galassia Via Lattea ci sono due notizie: una buona e l’altra cattiva. La prima ci dice attraverso le indagini di Mark Reid dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, a Boston (Usa) che l’identikit della nostra isola stellare dove noi abitiamo alla periferia a circa 28 mila anni luce dal centro, è finalmente più preciso e credibile. La seconda, più amara, è che la sua fine e presumibilmente la fine del nostro sistema solare, sarà più traumatica e più vicina nel tempo, prima comunque del previsto.

DIMENSIONI - Ecco i dati presentati al meeting dell’American Astronomical Society a Long Beach in Florida. Attraverso la rete VLBI (Very Long Baseline Array) formata da dieci radiotelescopi distribuiti dalle Hawaii al New England, gli astronomi americani sono riusciti a stabilire che la rotazione della nostra galassia intorno al suo asse è più veloce di 160 mila chilometri orari rispetto al previsto. Quindi mentre prima era di 800 mila chilometri orari adesso è di 960 mila. Naturalmente questa è anche la velocità alla quale pure il nostro sistema solare, Terra compresa, gira intorno al centro galattico; giro che per essere completato richiede circa 200 milioni di anni.

La galassia di Andromeda

SCONTRO - Ma se la Via Lattea è più rapida vuol dire – spiega Mark Reid - che ha una massa più rilevante analoga, in sostanza, alla vicina galassia di Andromeda finora ritenuta la più massiccia della nostra zona celeste. Ora sembra che il record sia passato alla Via Lattea. E qui si arriva all’infelice conclusione. Già era previsto che tra alcuni miliardi di anni Via Lattea e Andromeda attratte dalla forza gravitazionale avrebbero finito per fondersi insieme più o meno gentilmente. Adesso con le masse che le due isole si ritrovano tutto finirà non solo in uno scontro presumibilmente catastrofico ma anche prima del tempo: si calcola fra circa 2-3 miliardi di anni, un tempo tutto sommato non così remoto come potrebbe sembrare. Il nostro Sole, ad esempio, dovrebbe rimanere acceso per un periodo ben più lungo giudicato intorno ai cinque miliardi di anni. Quindi lo scontro galattico dovrebbe avvenire ben prima.

FUGA NELLO SPAZIO - Comunque sia, riportando il discorso sulla Terra che con il sistema solare sarebbe drammaticamente coinvolta, la situazione sul nostro pianeta diventerà difficile per i suoi abitanti ancora prima (alcune centinaia di milioni di anni) di questi eventi cosmici ora precisati. E la causa sarà il movimento delle placche in cui è suddivisa la crosta terrestre e che si spostano in continuazione come i terremoti certificano. Le placche scivolando le une sotto le altre distruggeranno il volto del pianeta come lo conosciamo oggi travolgendo l’umanità e tutto ciò che di buono e di cattivo avrà realizzato fino a quel momento. Dunque la specie umana per sopravvivere avrà solo una via di salvezza, certo non facile. Ed è quella di imparare a vivere nello spazio, al di fuori del pianeta d’origine. Un destino inesorabile e triste secondo una visione terrestre, ma affascinante e stimolante se pensiamo che siamo esseri dell’universo, non destinati per forza a vivere in eterno nell’angolino cosmico dove siamo nati. Se alzassimo più spesso gli occhi al cielo forse capiremmo….
Giovanni Caprara