ROMA - I primi capitoli dell'evoluzione umana sono tutti da riscrivere a quanto risulta da due nuovi fossili scoperti in Kenya non lontano dal lago Turkana e descritti su Nature. Secondo il gruppo internazionale di ricerca autore dello studio che si è aggiudicato la copertina della rivista, i nuovi fossili provano che due specie del genere Homo, l'Homo habilis e l'Homo erectus, contrariamente a quanto creduto finora, non sono l'una l'evoluzione dell'altra, ma due specie sorelle che sono vissute contemporaneamente condividendo per circa mezzo milione di anni lo stesso luogo in Africa Orientale. "L'evoluzione umana negli ultimi due milioni di anni è spesso ritratta come una successione lineare di tre specie: l'Homo habilis dalla cui evoluzione è nato l'Homo erectus, dal quale si è arrivati a noi, ovvero l'Homo sapiens" ha osservato il coordinatore della ricerca, Fred Spoor, docente di anatomia evolutiva all'University College di Londra. L'Homo erectus dunque è stato sempre considerato come l'antenato più vicino all'uomo moderno, simile a noi per molti aspetti anche se con un cervello più piccolo. Il gruppo di ricerca, che include anche le note paleontologhe Meave Leakey e sua figlia Louise Leakey, non solo demolisce questa linea evolutiva ma descrive l'Homo erectus come un essere molto più primitivo di quanto creduto. Il fossile attribuito a questa specie, infatti, è un cranio databile a circa 1,55 milioni di anni fa che ha destato molta sorpresa in quanto è il più piccolo mai trovato di un Homo erectus e riporta a un giovane adulto (molto probabilmente una femmina) molto più piccolo di quelli, per esempio, scoperti precedentemente in Tanzania. Caratteristica che, dicono gli esperti, lascia ipotizzare un dimorfismo sessuale comune ai primissimi antenati dell'uomo, gli Australopithecus, e ai moderni gorilla nei quali il maschio è più grande della femmina per garantire accoppiamenti multipli e una maggiore competizione sessuale. Dell'Homo habilis è stata invece scoperta una mascella superiore con sei denti ben conservati, dal canino al dente del giudizio, dalla forma e dimensioni dei quali si è giunti ad attribuirli alla prima specie che ha dato vita al genere Homo. I resti, secondo lo studio, risalgono a 1,44 milioni di anni fa, per le datazioni in entrambi i casi si è fatto un calcolo indiretto partendo dalle informazioni relative ai minerali e alle ceneri vulcaniche presenti negli strati di terra dove sono stati scoperti i reperti. Sempre le caratteristiche dei fossili raccontano anche la dieta di questi primi ominidi, che conclude Spoor, spiegherebbe la ragione della coesistenza delle due specie che evidentemente non sono entrate in competizione. Se, infatti, l'Homo habilis, che aveva denti grossi e resistenti adatti a masticare cibi duri, era soprattutto vegetariano, l'Homo erectus con mascella e denti più piccoli preferiva carne e grassi animali.